Giovanni Boccaccio
L’intera attivit� intellettuale di Boccaccio (1313-1375) � legata a Dante. Oltre ad essere presente in tutto il corpus boccacciano, sotto forma di echi e suggestioni pi� o meno esplicite, l’opera dantesca �, per lo scrittore, oggetto di studio e di culto entusiastico, che si manifesta nella triplice attivit� di copista, di biografo e di commentatore della Commedia.
Pur comportandosi come un copista per passione, che interviene sul testo con modifiche, interpolazioni e contaminazioni, Boccaccio ha un ruolo determinante nella tradizione di quasi tutte le opere dantesche, per alcune delle quali anzi la sua testimonianza � indispensabile: le egloghe e tre epistole (III, XI, XII) sono, ad esempio, tramandate unicamente dall’autografo Laur. Plut. XXIX 8. Decisivo anche l’allestimento del codice Toledano 104 6 contenente la Commedia accompagnata da argomenti in terzine, la Vita Nuova e 15 canzoni di Dante secondo una successione almeno in parte replicata nei successivi autografi Riccardiano 1035, Chigiano L VI 213 e L V 176. Non solo questi manoscritti daranno vita per ciascuna delle opere contenute a rami straordinariamente prolifici nella tradizione testuale, ma costituiranno un imprescindibile riferimento anche per i moderni editori critici.
Quanto alla biografia del poeta, nota come Trattatello in laude di Dante e conservata in tre diverse redazioni, il tono encomiastico e la presenza di notizie sicuramente infondate o inattendibili non esclude la possibilit� di rinvenire per� informazioni interessanti, come, ad esempio, la corretta identificazione di Beatrice.
Verso la fine del 1373 Boccaccio riceve l’incarico da parte del comune fiorentino di leggere pubblicamente, nella Chiesa di S. Stefano in Bad�a, la Commedia. Ma � costretto per motivi di salute a interrompere la lettura senza mai pi� riprenderla: gli appunti raccolti sotto il titolo di Esposizioni sopra la Comed�a, pur arrestandosi ai primi versi di Inf. XVII, forniscono alcune penetranti interpretazioni letterali e mostrano un’irresistibile attrazione verso gli spunti narrativi offerti dal testo dantesco, spesso sfruttati con invenzioni o espansioni novellistiche.

